Il sole è alto e la Domenica è come sempre quel giorno carico di aspettative per la settimana a venire.
Benvenuti in Orbita.
L’equipaggio conta 18 orbitanti e vedo che la newsletter viene avidamente consumata anche da lettori non iscritti.
La cosa mi riempie di gaudio e mi motiva a scrivervi quelli che nella vita reale definirei “i cazzi miei”.
Iniziamo.
Baby K(aiju)
Rovistando tra vecchi appunti, cartacei e non, ho rinvenuto un bellissimo racconto che avevo intenzione di trasformare in podcast un paio d’anni fa, ma che alla fine decisi di abortire sia per la mole di lavoro necessaria a renderlo come volevo io, sia per le possibili implicazioni legali .
Si trattava di una raffinata composizione che fondeva una narrazione tipica da disaster movie ad elementi demenziali.
La genesi di tutto risale ad un’estate in cui imperversava la pubblicità di una nota compagnia telefonica sulle note di Da zero a cento, tormentone cantato dalla pop-star italiana Baby K.
La cantante urla a caso il suo nome all’inizio della canzone (è un vizio, lo fa anche in altri suoi brani) e capite bene che è come se di punto in bianco urlassi “SPAD!” in ogni puntata dei miei podcast.
Insomma, sta scemenza mi fa ridere moltissimo e mi ricorda i classici urli di battaglia dei mostroni fuori scala che nei film minacciano l’umanità per il semplice gusto di minacciare l’umanità.
Da lì l’idea di una enorme Baby K in scala Godzilla che annuncia morte e distruzione al tautologico urlo di “BABY K!” e che aspira interi grattacieli con la sua vagina, diventando sempre più forte e distruttiva ad ogni edificio inglobato.
Insomma, mi sono risparmiato un avvocato (ma la storia sta lì).
Nuovo progetto, nuovo logo
A differenza di molti (che per certi versi un po’ invidio) non riesco a cominciare un nuovo progetto creativo senza che questo abbia una chiara identità grafica, un po’ per principio, un po’ perché è una parte che mi piace molto curare, specialmente durante la fase di ricerca.
Comporre una moodboard (una bacheca con immagini, colori, oggetti, ecc., che ha lo scopo di ispirare) è un processo imprevedibile.
Per quanto tu possa pensare di indirizzarla, non sai mai quale sarà il sentiero che prenderà il sopravvento e questa imprevedibilità conduce quasi sempre a nuove ed inaspettate scoperte.
A sto giro mi sono ritrovato a leggere un po’ di storia della scrittura giapponese e ho scoperto che l’ideogramma kanji che sta per “spada” (la cosa più vicina a Spad che mi sia venuta in mente) è fighissimo!
Questo qui sopra l’ho disegnato io. Per quanto sia impreciso (ciascun tratto dovrebbe seguire una precisa direzione) e realizzato con l’antica tecnica “dito su smartphone”, grazie all’app Tayasui Sketches, che simula l’acquerello come poche altre, è venuto comunque credibile :)
Tornando al logo, una volta finito vi mostrerò tutto il processo.
Anche per questa settimana è andata.
Divertitevi e ricordate: “BABY K!”