Buongiorno e buona domenica Orbitanti!
Questa newsletter conta 21 iscritti e secondo me dobbiamo arrivare a 30, la butto lì.
Giusto perché sono un grande fan dei numeri tondi, mica per altro…
Iniziamo!
C’ho il fuoco nelle mani
Continua il mio viaggio in quella meraviglia di software che è DaVinci Resolve.
Nello specifico, sto imparando a creare degli effetti visivi nella sezione Fusion.
Probabilmente è qualcosa che va oltre l’utilizzo che farò di DaVinci quando monterò i video, ma è talmente una figata che mi ci sono voluto mettere anche solo per diletto.
Così ho acceso la fotocamera e mi sono registrato mentre simulavo di sparare con le mani (tipo i bambini, per intenderci) e dopo ci ho lavorato per rendere quel movimento uno sparo vero.
Viva sempre il cazzeggio creativo.
È così che ho imparato ad utilizzare tutti i software che uso.
15 anni fa, per imparare ad utilizzare Photoshop bloccai un frame del videoclip Jenny from the Block, quello dove Jennifer Lopez e Ben Affleck se la spassavano sulla prua di uno yacht, e iniziai a smarginare Jennifer, non solo per il piacere di ripassarne le sinuose curve latine, ma soprattutto per quello che sarebbe stato l’esilarante risultato finale.
Avevo deciso infatti di sostituirla con un lamantino.
Vedere Ben Affleck abbracciare il culo di un lamantino, era valso le ore di studio degli strumenti avanzati di Photoshop.
Si può fare!
Sto leggendo la graphic novel Si può fare!, di Isabella di Leo e mi sta piacendo un sacco.
Ho sempre amato Mel Brooks e Gene Wilder e, nelle tavole a fumetti di quest’opera, l’autrice racconta l’inizio del loro sodalizio artistico e la genesi di Young Frankenstein (conosciuto in Italia come Frankenstein Jr.), uno dei miei film preferiti.
È un vero e proprio dietro le quinte, con delle chicche niente male.
Ad esempio, davo per assodato che il film fosse in bianco e nero perché vecchio, quando invece si trattò di una precisa scelta artistica volta a scimmiottare i vecchi film horror (tra cui lo stesso Frankenstein).
Il colore nel cinema esisteva da più di 20 anni, ma per Gene Wilder era una condicio sine qua non per questo film e gli costò anche alcune porte in faccia da parte delle case cinematografiche che non avevano intenzione di investire su un prodotto che sembrasse datato già all’uscita.
Insomma, graphic novel consigliata a tutti gli amanti del film. A chi non ha visto il film invece consiglio di recuperarlo e di godere del teteschissimo accento di Frau Blüher (*cavalli nitriscono in sottofondo*).
Oh, vi ricordate la mia personalissima sigla dei Cavalieri dello Zodiaco?
Ha ispirato il buon Matteo Sgherri che mi ha dedicato questo lusinghiero ritratto in versione cavaliere :)
Anche per questa settimana è andata.
Ci becchiamo Domenica prossima e mi raccomando, non sparate in casa.